L’Associazione Solidale AS.SO., il Centro Federico Peirone – Arcidiocesi di Torino e la Fondazione Carlo Donat - Cattin hanno organizzato, in occasione dell’anniversario del genocidio degli armeni il convegno “Armenia, terra senza pace a Est dell’alba” e la mostra fotografica “Armenia oggi fra passato e futuro”.
Il convegno ha messo in luce non solo le criticità, ma ha anche esplorato la storia, la cultura e le prospettive di una possibile convivenza pacifica con i vicini di quello che può essere considerato un avamposto europeo verso l’Asia caucasica.
L’Armenia è l’unica regione del vicino Oriente in cui il Cristianesimo ha da millenni una presenza assolutamente preponderante. Questa condizione l‘ha esposta storicamente a un difficile rapporto con le aree confinanti a maggioranza musulmana. Ai problemi di convivenza religiosa e culturale si sono aggiunti quelli di natura geopolitica, come nella recente crisi nel Nagorno Karabakh.
L’Associazione Solidale AS.SO. ha fatto omaggio agli organizzatori e ai relatori di una stampa, realizzata per questa occasione, dalla prof.ssa Gabriella Malfatti, socia di AS.SO.
L'inaugurazione della mostra fotografica è avvenuta in coincidenza con l'anniversario dello sterminio della popolazione armena, celebrato il 24 aprile e avvenuto tra 1915 e 1918, genocidio non ancora ufficialmente riconosciuto da diversi stati.
Una prima parte della mostra raccoglie fotografie, crude testimonianze della deportazione della popolazione caucasica realizzate da Armin Theophil Wegner, scrittore tedesco che documentò il genocidio mentre si trovava in Asia minore nel 1915, come membro del servizio sanitario militare della Germania, alleata della Turchia nella prima guerra mondiale.
Nella seconda parte di questa rassegna fotografica non si racconta più il genocidio, ma la vita di un popolo antichissimo ed i luoghi a questo popolo sacri, luoghi che ne hanno costituito la sua identità e spiritualità. Si intrecciano immagini di monasteri, chiese di tradizione architettonica armena, antichissimi khachkar con scene di vita quotidiana degli abitanti: i volti della gente armena, uomini, donne, bambini, tessuto di una popolazione che vive orgogliosa della propria armenità.